Con un titolo del genere le opzioni sono due: o è un articolo di quelli triti e ritriti, un po’ scontati, che ti spiegano quanto i social sono brutti e cattivi, oppure effettivamente è un articolo che vuol dare qualcosa su cui riflettere.
Spero vivamente che sia la seconda.
Contesto
Cerchiamo di dare un contesto a questo articolo, altrimenti potrebbe essere complesso seguire il mio ragionamento.
9 gennaio 2021, tre giorni fa, per l’esattezza il 6 gennaio 2021, gli Stati Uniti d’America subiscono un durissimo colpo nel cuore di Washington, migliaia di sostenitori di Donald Trump, Presidente uscente, fanno irruzione al Campidoglio, sede del Congresso.
Sono settimane che il Presidente Trump sostiene l’illegittimità delle elezioni appena avvenute, richiedendo più volte il riconteggio delle schede ed additando il rivale Joe Biden di aver truccato i conteggi. Teorie senza fondamento e più volte smentite e confutate sia da importanti testate giornalistiche che dai preposti organi di governo.
Per comunicare questo suo dissenso gli strumenti principe sono stati ovviamente i social network, in particolare Twitter (che da noi ha un piccolo seguito, ma all’estero ha un peso nettamente maggiore ed è molto utilizzato), oltre ovviamente ai media tradizionali.
Tutto questo avviene nel pieno della pandemia Covid-19 che da ormai più di un anno ha messo in ginocchio il mondo intero e che gli Stati Uniti stanno affrontando con particolari difficoltà.
Le conseguenze mediatiche
Dopo un primo video in cui Trump esortava, in maniera non particolarmente convincente, i suoi sostenitori ad abbandonare l’occupazione del Campidoglio (terminata, al momento della scrittura di questo articolo, con 5 morti e 52 arresti), gli account social del Presidente hanno continuato a postare teorie cospirazionistiche e messaggi poco appropriati nell’attuale, delicata, situazione.
Questo ha causato la decisione dei tre principali Social Network Americani, ovvero Twitter, Facebook e Instagram, di chiudere in maniera definitiva tutti gli account del Presidente.
Non ho le competenze per commentare quello che è successo dal punto di vista politico, non nutro alcuna simpatia per Trump o antipatia per Biden che, in tutta sincerità, non conosco.
Il fulcro di questo articolo è invece la legittimità di una piattaforma di comunicazione di zittire, in maniera arbitraria, ognuno di noi, dal panettiere (non me ne vogliano i panettieri 😅) al Presidente degli Stati Uniti d’America.
La nostra voce in mano altrui
Le ovvietà sono essenziali, sono di fronte al nostro naso ma fin quando non ne parliamo, non ne prendiamo coscienza, allora non acquisiscono importanza, non si ritagliano il giusto spazio all’interno del nostro pensiero. Perché le cose ovvie sono importanti quanto quelle più complesse da assimilare.
Le ovvietà possono essere i pilastri stessi della nostra esistenza e, più in piccolo, possono essere i pilastri della nostra comunicazione, quindi mettiamo subito questi ovvi concetti sul tavolo:
- Avere un nostro ambiente di comunicazione, non dipendente da terzi, è fondamentale per poter comunicare;
- I social network amplificano quello che diciamo, nel bene e nel male;
- Se il social network di turno decide di chiudere il nostro account, non possiamo farci niente e perdiamo tutte le persone che ci seguono;
- Gli analfabeti funzionali sono una realtà ben consolidata;
- La seconda pagina di Google è il miglior posto dove nascondere un cadavere.
Potrei andare avanti per parecchio, ma direi che questi cinque punti sono sufficienti per dare un senso a questo articolo.
Continuando con le banalità, penso sia palese che creare tutta la nostra comunicazione su una piattaforma privata di una società terza, con le sue regole e le sue scelte tecniche, commerciali e politiche, sia un vero e proprio suicidio.
Queste piattaforme ci danno la possibilità di comunicare con persone che, altrimenti, non saremmo mai in grado di raggiungere, per una marea di motivi:
- non utilizzano il media che noi usiamo per comunicare normalmente;
- non ricercano il nostro prodotto, servizio o comunque l’argomento che noi trattiamo;
- non abbiamo il budget pubblicitario adeguato per raggiungerle.
ed ecco che, grazie a piattaforme “gratuite” come Facebook o Instagram, possiamo costruire dei veri e propri piani di comunicazione che ci permettono di raggiungere le persone che ci interessano con un basso investimento.
Ma queste piattaforme devono essere un tramite per poter popolare il nostro database di clienti e prospect, senza il quale la nostra attività non può avere una crescita sana.
Perché la gente non capisce?
Torniamo per un secondo all’esempio Trump, questo è il tweet postato da Twitter che ufficializza il blocco dell’account di Trump:
After close review of recent Tweets from the @realDonaldTrump account and the context around them we have permanently suspended the account due to the risk of further incitement of violence.https://t.co/CBpE1I6j8Y
— Twitter Safety (@TwitterSafety) January 8, 2021
Traducendolo leggiamo:
Dato il rischio di incrementare gli episodi di violenza, sospendiamo in maniera permanente l’account di Trump.
con una lettura più attenta però, possiamo leggere:
Dato che la piattaforma è nostra, che siamo una società privata, e dato che abbiamo deciso in maniera arbitraria che quello che sta dicendo Trump non ci sta bene, chiudiamo il suo account limitando la sua possibilità nell’esprimere la sua opinione.
Perché è preoccupante? Perché nell’anno domini 2021, se vuoi esistere (a livello mediatico) e comunicare con le masse, sei obbligato a comunicare su queste piattaforme private, che hanno il 100% del controllo e possono decidere chi può dire cosa.
Se ti tolgono queste piattaforme, allora non hai più modo di raggiungere il tuo pubblico.
In alcuni casi sono le persone a cercarti, se migri da Facebook a LinkedIn, chi ha la possibilità ed è interessato, ti seguirà su un’altra piattaforma. Ma la maggior parte delle volte sei tu a doverti adeguare alla piattaforma su cui la gente è disposta ad ascoltarti, e se fai 1+1 …
La cosa grave è che molti non capiscono queste cose, ti riporto un commento, tratto dall’articolo di Hardware Upgrade (trovi tutto nelle “Fonti” a fine articolo), che è decisamente indicativo:
Il passaggio fondamentale secondo me è:
I social non sono altro che un prodotto e come tale non hanno nulla a che fare con la libertà
possiamo definire il principale mezzo con cui le persone si informano, in cui le persone discutono, come “un prodotto che non ha a che fare con la libertà”?
I social network sono in grado di manipolare le masse, modificare le nostre opinioni, sono stati in grado di far eleggere Donald Trump come presidente degli Stati Uniti d’America nel 2017 (parliamo della persona che voleva costruire un muro con il Messico, che ha fatto uscire gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima perché “il climate change non esiste”, giusto per citarne due…), che è la carica probabilmente più importante a livello globale. Eppure alcuni ancora pensano siano semplicemente un complemento delle nostre vite.
E se domani Twitter dovesse decidere di censurare il Dalai Lama? Impossibile?
Eppure la Cina potrebbe non essere particolarmente felice di dare la parola ad una persona che parla in rappresentanza del Tibet, e Twitter, compagnia privata che potrebbe volersi espandere nel mercato Cinese, potrebbe avere interesse nel diminuire il pubblico organico (scusa il tecnicismo) che può vedere i messaggi pubblicati.
È giusto che le compagnie private, che di fatto hanno il dominio sulla comunicazione e l’informazione di massa, possano decidere cosa venga o non venga approvato, senza dover rendere conto a nessuno?
Sono un fotografo, non posso occuparmi dei problemi del Mondo
Siamo onesti, questo è un blog che parla di marketing per Fotografi Professionisti, non ci mettiamo certo a dibattere su questioni etico/filosofiche, per quanto interessanti. Non è questo il luogo.
Però, volenti o nolenti, i social network fanno parte del nostro lavoro e dobbiamo conviverci, per questo è importante capire quali sono i vantaggi e gli svantaggi che derivano nell’utilizzo di queste piattaforme. Dobbiamo conoscerle, sapere come ovviare ad eventuali problemi che potrebbero avere impatti anche molto pesanti sulla nostra attività. Un esempio?
Leggi questo post:
È uno dei tantissimi post pubblici che puoi trovare i migliaia di gruppi che parlano di marketing ed affini. E ti assicuro che sono tutti sulla stessa lunghezza d’onda:
- Zero assistenza;
- Zero risposte;
- Zero umanità.
non parli con persone, parli con bot, scrivi mail e sei semplicemente un elemento di una delle mille procedure della piattaforma di turno. Più è grande e conosciuta la piattaforma, minore è il supporto e l’interesse per le singole persone.
Ed è per questo che è importante capire come gestire al meglio la propria identità in internet, così da cercare di evitare il più possibile dei blocchi che possano causare seri danni alla nostra attività.
Sono aperte le iscrizioni alla LISTA DI ATTESA per FotoHero, la prima community dedicata esclusivamente a fotografi PROFESSIONISTI.
Un luogo dove NON IMPARI A FOTOGRAFARE, ma ad ottenere più clienti, creare il tuo personal brand e migliorare il tuo posizionamento online.
Stai per assistere al lancio di qualcosa di mai visto! Vuoi scoprire di cosa si tratta?
Lascia qua i tuoi contatti ed appena lanceremo sarai il primo a saperlo!
Fonti:
AGI – Il bilancio dell’assalto al Congresso Usa è di 4 morti
AGI – Twitter ha bandito Trump in modo definitivo
Hardware Upgrade – Twitter ha chiuso definitivamente l’account di Donald Trump
Wired – Trump vuole smentire “scientificamente” il global warming